I muscoli sono formati soprattutto da tessuto sensibile agli stimoli nervosi. Costituiscono il 35-40% del nostro peso complessivo e sono responsabili dei movimenti e della tonicità corporea.
Quando un muscolo lega due ossa si dice che “ha origine” in un osso e “si inserisce” nell’altro. L’origine si riconosce dal fatto che le fibre muscolari partono direttamente dalla membrana fibrosa che avvolge l’osso: il periostio. L’inserzione si riconosce dalla forma del muscolo che, di solito, si assottiglia finendo con il tendine, una fascia di tessuto connettivo che aderisce all’osso.
In base alle caratteristiche del tessuto muscolare che li forma, i muscoli si distinguono in:
· muscolo cardiaco formato da tessuto muscolare disposto in fasce a spirale. Ogni sua cellula può contrarsi ritmicamente e tutte si contraggono in modo coordinato grazie al nodo senoatriale, un piccolo componente del complesso sistema neuro elettrico cardiaco, che regola autonomamente il battito del nostro cuore.
· muscoli lisci che controllano i movimenti involontari degli organi interni. Sono controllati dal sistema nervoso autonomo e reagiscono a contrazioni lente e regolari che possono protrarsi a lungo.
· muscoli scheletrici costituiti da tessuto muscolare striato e legati agli strati di tessuto connettivo che avvolgono le ossa. Sono più di 650, sono stratificati su più livelli e hanno dimensioni estremamente diverse. Caratteristica specifica dei muscoli scheletrici è di lavorare in coppia. Un singolo muscolo, infatti, non potrebbe muovere l’osso, poiché la sua unica possibile azione è la contrazione. Occorre quindi la presenza di un muscolo che lavori in opposizione al precedente. I muscoli, o gruppi muscolari, che lavorano in coppia, vengono detti antagonisti.
I muscoli scheletrici vengono coinvolti nella funzione locomotoria, nonché in tutte le attività volontarie, ovvero in quelle che richiedono una potenza notevole, ma sostenibile solo per brevi periodi di tempo, attraverso una contrazione veloce.
Diversa è l’attività dei muscoli involontari che, controllati dal sistema nervoso periferico, si contraggono in modo indipendente dalla volontà e sviluppano una media potenza per periodi di tempo più lunghi.
I muscoli scheletrici sono a loro volta suddivisibili in base a diversi criteri come, ad esempio, la loro struttura molecolare. In questo senso possiamo parlare di muscoli tonici e muscoli fasici.
Il muscolo tonico, molto forte e resistente ma lento a contrarsi, è principalmente un muscolo posturale, localizzato in profondità, con funzioni di sostegno. Un muscolo fasico è invece un muscolo che può essere regolato più finemente, veloce nella contrazione e potente, ma tendenzialmente più affaticabile.
A cosa dobbiamo queste diverse prestazioni? I muscoli sono costituiti da cellule molto lunghe, le miofibrille, organizzate in fasci inseriti sui tendini. All’interno delle miofibrille si trovano le strutture molecolari che formano l’unità funzionale del muscolo, il sarcometro. Quest’ultimo è costituito, principalmente, di due molecole: miosina e actina. La miosina presenta una testa che fa presa sull’actina e “la tira”, generando la contrazione. Il tipo di miosina espresso nel muscolo determina la velocità con la quale il muscolo è in grado di contrarsi.
Esistono diverse tipologie di contrazione muscolare, con differenti caratteristiche e modalità di produzione di forza. Le principali sono la isometrica e la isotonica. La contrazione isometrica avviene senza variazioni di lunghezza da parte del muscolo e non genera alcun movimento articolare. Si può, eventualmente, notare una minima variazione solo nel ventre muscolare che tende, leggermente, a gonfiarsi. È chiamata anche contrazione statica e si realizza, ad esempio, esercitando una forza contro una resistenza inamovibile o mantenendo una posizione opponendosi alla resistenza di un carico.
Usiamo questo tipo di contrazione per il mantenimento della postura e delle diverse posizioni dei singoli segmenti scheletrici. Nella contrazione isotonica il muscolo cambia la sua lunghezza, mantenendo però una continua tensione. E’ la contrazione che utilizziamo ogni giorno per muovere un oggetto, sollevare un peso e quant’altro. Le contrazioni dinamiche si suddividono ulteriormente in due grandi categorie: le contrazioni concentriche, durante le quali la lunghezza del muscolo diminuisce e lo scheletro si muove lungo la linea di trazione del muscolo stesso, e le contrazioni eccentriche, durante le quali il movimento articolare è accompagnato da un allungamento del muscolo in questione. In realtà, in questo ultimo caso, non si assiste ad un reale allungamento del muscolo rispetto alla sua posizione di riposo ma ad una graduale distensione del muscolo partendo da una posizione di accorciamento, il che ci consente di controllare gli effetti della forza di gravità e di assorbire gli effetti del carico.
Parlando di contrazione muscolare è utile comprendere che un muscolo costantemente contratto diventa, a lungo andare, biomeccanicamente meno efficiente: tenendo sempre presente che la contrazione muscolare avviene grazie ad un scivolamento dei miofilamenti gli uni rispetto agli altri, quando il muscolo non viene mai rilassato, si raggiunge un punto oltre il quale i filamenti non possono più sovrapporsi. I nostri muscoli lavorano correttamente soltanto se le contrazioni si alternano a situazioni di ritorno alla lunghezza di partenza e, soprattutto, soltanto se il grado di contrazione cui il muscolo è sottoposto, è quello strettamente necessario ad ottenere il movimento e/o il mantenimento della posizione.
Il sistema di allenamento della GYROKINESIS® tiene scrupolosamente conto della disposizione e natura dei gruppi muscolari rispetto allo scheletro, proponendo esercizi che aiutano a realizzare movimenti senza sforzo e dispendi eccessivi di energia. La considerazione che la GYROKINESIS® da alla meccanica ed alla fisiologia del corpo umano permette al praticante di acquisire una profonda sensibilità e consapevolezza necessaria per la percezione della personale attivazione muscolare durante l’esecuzione del movimento.
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